giovedì 28 febbraio 2013

Pioggerella


Pioggerella fina fina
che dal cielo scendi giù,
tu rimbalzi leggerina
sopra i fiori rossi e blu.
Beve il tetto, ride il mare,
canta lieto un uccellino;
al tuo lieve ticchettare
s’addormenta ogni bambino.
Si rinfresca il campo e il prato,
ti saluta il ruscelletto,
tutto il mondo par beato
sotto il provvido bagnetto

Recensione del sito web gioco.it

Ho visitato il sito www.gioco.it e sono rimasta colpita da quanti giochi ci siano.
Su questo sito ci sono tante sezioni: "Abilità", "Al femminile", "Avventura", "Azione", "Carte da tavolo", "Gare", "Multigiocatori" e  "Puzzle".
Tutti i giochi sono gratuiti e ci si può giocare un tempo illimitato.
Ci sono tante immagini ed il mio preferito è BomberPengu.
E' molto bello, quando inizi a giocare non ti fermi più.
Spero che andrete anche voi su questo sito.

LA NEVE

Nevica
Sopra i tetti, sulle strade
piano piano, lieve lieve
cade giù la bianca neve.
Danza, scherza, su nell’aria,
si rincorre, si riprende
e poi lenta lenta scende.
Come candida farfalla
che è già stanca del suo volo
si riposa sopra il suolo
ed in breve lo ricopre
d’un uguale bianco manto:
sembra tutto un dolce incanto. (P. Guarnieri)

mercoledì 27 febbraio 2013

la pioggia

La pioggia è forte come delle onde.
Quando piove il topolino si nasonde.
La pioggia è pericolosa e qualche volta disastrosa.
La pioggia è speciale.
Ma si deve stare attenti perchè puo far male.

Svetlana

martedì 26 febbraio 2013

L'Uomo di neve di Gianni Rodari

Bella è la neve per l'uomo di neve,
che ha vita allegra anche se breve
in cortile fa il bravaccio
vestito solo d'un cappellaccio.
A lui non vengono i geloni,
 i reumatismi, le costipazioni......
Conosco un paese in verità,
dove lui solo fame non ha.
La neve è bianca, la fame è nera
e qui finisce la tiritera....

SCUOLA IN FINLANDIA 2


SCUOLA IN FINLANDIA


L'accoglienza della Scuola di Oulu (Finlandia)

lunedì 25 febbraio 2013

L'orso il contadino e la volpe

Un giorno l'orso bruno Teddy scappava dai cacciatori, poi vide una casa e un contadino e si fermò lì.
Supplicò il contadino di nasconderlo ed egli lo fece entrare in casa.
Quando i cacciatori arrivarono chiesero al contadino se avesse visto l'orso Teddy, ma lui rispose di no così i cacciatori se ne andarono.
A quel punto l'orso Teddy uscì dalla casa del contadino e gli disse che lo avrebbe mangiato.
Ma il povero contadino piangendo diceva che non era giusto perchè lui lo aveva aiutato, infine arrivò la volpe coraggiosa che consigliò al contadino di bastonare l'orso Teddy.
Fu così che lo uccise.
La volpe coraggiosa chiese allora al contadino di invitarlo a cena ma egli senza pensarci due volte la uccise a colpi di fucile.
Il contadino questa volta aveva imparato la lezione : mai fidarsi di nessuno.

LE NUVOLE



Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio


Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri


Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore


Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

Il sole


Il sole giallo come un girasole
Con i suoi raggi arancioni,
Riscalda tutti i bambini
Che sul prato giocano
A pallone.

I bambini, quando ritornano a casa,
Il sole contento
E con soddisfazione
Torna dietro le nuvole
A fare ricreazione.

domenica 24 febbraio 2013

IL FANTASMA DI CANTERVILLE

Oscar Wilde
IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Il ministro degli Stati Uniti decide di acquistare il castello di Canterville in Inghilterra.
Dopo mesi incontrano un fantasma, che sarebbe il vecchio padrone della casa e che aveva ucciso la moglie quando era in vita. Il fantasma fa di tutto per spaventare la famiglia del ministro, ma non ci riesce.
Il fantasma stanco e disperato decide di farsi aiutare dalla figlia del ministro. La bontà della fanciulla riesce a farlo passare nel regno dei morti e a salvare la sua anima.

la poesia antica

IL VENTO E IMPORTANTE
LO DISSE PURE DANTE
IL SOLE E UN GIUBOTTO
LO SA ANCHE GIOTTO
 LA PIOGGIA CADE GIU                                                                                            
 DI GOCCE CE NE SON ANCHE BLU
LA VITA E COME UN SASSO
 LO DISSE PICASSO
LA NEVE GUARDERò,,
DISSE MIRò

LA PIMAVERA E UN FIORE
CHE SBOCCIA CON AMORE
I RAGGI SON MILLE

DISSE ACHILLE
CHE FECE SCINTILLE

 CHIAMANDOLO COSIì :
 ANNO
ANNO DIVERTENTE
  MOLTO SORRIDENTE
 ANNO NERO
MOLTO SERIO
ANNO BIANCO TANTO TANTO
ANNO FIORE

la tempesta

Nel bosco è arrivata la tempesta
e il moscone ha il mal di testa,
si rifugia nell'alveare
che più silenzioso e comodo gli appare.
Scomparsa la tempesta,
gli animali fanno festa
bevendo drink
e mettendo "mi piace" su divertenti link.

La pioggia

Tic-tac tic-tac
e la pioggia scende qua
gocce d'acqua
giù in città.
Casca, casca
sempre più
senza sosta
viene giù.
Scorre, scorre
nei tombini
va a finire
dai topini.
L'acqua non finisce più
e la pioggia casca giù
filastrocca pazzerella
come il tempo mattarello.
L'acquazzone non c'è più
e un bel sole viene su.

ROBERTA CATANEO (inventata da me)

Ed era lei, la neve

E un mattino,
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d' improvviso aperta la porta,
meravigliati, la calpestammo.
Posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
timidamente fastosa
era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti
e stupì tutti
con la sua bianchezza.
Ed era davvero tanta
ed era davvero bella,
cadeva e cadeva
nel baccano dell' alba
fra il rombo delle macchine e lo sbuffare dei cavalli,
sotto i piedi non si scioglieva,
anzi diventava più compatta.
Giaceva
fresca e scintillante,
e ognuno ne era abbagliato.
Ed era lei, la neve.La vera.
L' aspettavamo.
Era venuta.

EVGENIJ      EVTUSCENKO

IL TEMPO DELLA SETTIMANA


Lunedì ho fatto tante foto

 mentre c'era il terremoto.

Martedì ho mangiato un gelato

e all'improvviso ha nevicato.

Mercoledì, mentre tagliavo dei rami

ho visto uno tsunami.

Giovedì avevo gli allenamenti

ma nel campo c'erano troppi allagamenti.

Venerdì volevo andare su Venere

però si è messo a piovere.

Sabato mi si è rotta una mano

mentre parlavano di un uragano.

Domenica mi sono riposato

e tanta pioggia ho guardato.



FRANCESCO GUAZZELLI CORRADI

gli umori delle nuvole

le nuvole son tantetutte di umore diverso la nuvola triste,  poverina gli han spezzato il cuore povera piccolina e che dire della nuvola allegra balla e canta dalla mattina alla sera. e  della nuvola innamorata? che è sempre li un pò incantata pensa al suo bel nuvolone, robusto,grosso e con un bel faccione! E poi della nuvola arrabiata? che fà tuoni lampi e una bella grandinata,nuvola bella o brutta che sia e sempre li' a tenerti compagnia.
E’ arrivata la neve (Autore Anonimo)

Giù dal cielo grigio grigio
zitta zitta
lieve lieve
lenta lenta
bianca bianca
sulla terra vien la neve;
mille bianche farfalline
fanno il manto
alle colline,
mille candide farfalle
fanno ai campi
un bianco scialle.
Mille fiocchi immacolati
danno ai monti,
ai boschi, ai prati,
alle strade,
ai tetti, al suolo
un bellissimo lenzuolo.
I bambini guardan fuori
e non aprono più bocca
e la neve lenta lenta
scende scende
fiocca fiocca.

sabato 23 febbraio 2013

le nuvole


LE NUVOLE TANTI PICCOLI PENSIERI
E' il cielo, la luce che splende dappertutto, sopra le nuvole.
E' l'aereo trasparente che ci porta piu' in alto, molto di piu'.
E' il blu che cambia per effetto di pensiero. E' la velocita' piu' veloce della luce.
E' il pensiero. Pensiero senza contenuti ne' memorie.
E' il passato, il presente, il futuro, svanito in un lampo continuo di felicita'. E' il mondo delle trasparenze, dell'etere, dello spirito infinito, il blu,la luce.
E' volare senza paura di cadere a terra. Non c'e' !!!
E' la notte illuminata dal pensiero creativo.
E' il sogno dei sogni. E' l'incontro con lo spirito supremo chiamato me stesso.
E' la devozione gioco del bambino mai cresciuto. Del bambino scrittore che si diverte a meditare, scrivere, amare e lasciarsi amare senza condizioni ne' ricatti.
E' la certezza che la vita e' un ponte da attraversare con gioia e decisione.
E' farlo con la penna guardandosi intorno con meraviglia ed ammirazione.
E' la preghiera a Dio.
E' riconoscere la scrittura come divinita' propria. Diventare divino, devozionale per Dio, per la scrittura, per la vita e l'umanita' che la gode. Per l'eterna rinascita della scrittura stessa. Divinita' sublimamente umana.
E' la follia suprema che avvolge tutte le arti e conoscenze.
E' la cosa mentale che diventa spirituale attraverso la pratica della scrittura.
E' il puro piacere della mente.
E' tanti piccoli pensieri messi uno accanto all'altro per diventare grande con il pensiero stesso.
E' tutto quello che vuoi.
Proprio tutto senza bene ne' male.
E' un'altra goccia in un oceano senza confini.
E' poesia.

LA FELICITA'

Piove, piove
e poi arrivano nuvole nuove
che corron via
lasciando una grigia scia.

Spunta, quindi, il sole caldino
e brilla tenue e birichino;
finalmente i bambini possono uscire,
tra le pozzanghere è ora di gioire!

IL VENTO (Roberto Piumini)

Sentila, soffia,
sentila, sbuffa:
dolce ti graffia,
un' aria buffa.
Senti che voce,
senti che fiato,
vento veloce,
vento fatato.
Senti carezza,
senti spintone,
aria di brezza,
vento burlone.

(Roberto Piumini)

NEVICA (Olindo Grossi Mercanti)

A larghi fiocchi
cade la neve
dal cielo in terra
candida e lieve.
Bianco tappeto
fa per le strade,
sui rossi tetti
morbida cade.
Tutto arrotonda,
tutto ammodella,
agguaglia tutto
la neve bella...
Silenzio e pace!
Cade la neve,
sui rossi tetti,
morbida e lieve.

(Olindo Grossi Mercanti)


DOPO LA PIOGGIA

Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e ilsole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede – e questo è il male -
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente’
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
(Gianni Rodari)

Il tempo (di E. Berni )

Dice al fanciul la rondine:
" Fa freddo, io me ne vo.
Al ritornar dei zeffiri,
amico tornerò".

Dice la foglia all' albero:
"Fa freddo, io me ne vo.
Quando verran le rondini
anch' io ritornerò".

Ma dice il tempo agli uomini:
"Ho fretta, io me ne vo.
Gli uccelli e i fiori tornano.
Io più non tornerò".

Eleonora Piccirilli

Primavera (di N. Codignola)

Filastrocca della coccinella
che sembra finta da quanto è bella
che a primavera, dovunque va
indossa solo vestiti a pois
che se sul braccio ne trovi una
puoi stare sicuro che avrai fortuna.

Eleonora Piccirilli

venerdì 22 febbraio 2013

la danza della neve di Ada Negri



Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.

Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa
stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.

Tutto d'intorno è pace;
chiuso in oblio profondo
indifferente il mondo
tace.

http://www.libera-mente.net/blog/2013/01/13/poesia-la-danza-della-neve-di-ada-negri/

 Antico inverno
di Salvatore Quasimodo

Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
cercavano il miglio di uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole:
un po’ di sole, una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.


Neve

di Umberto Saba


Neve che turbini in alto e avvolgi

le cose di un tacito manto.

neve che cadi dall’alto e noi copri

coprici ancora, all’infinito: Imbianca

la città con le case, con le chiese,

il porto con le navi,

le distese dei prati.

La Pioggia ( Anna )

Bello è il cielo, quando ad un tratto pioggia arriva. 
I fiori crescono , le ninfee galleggiano, ma il cielo grigio è.
Il fango arriva le pozzanghere crescono, i bambini sorridono alla pioggia che bagna la città

L'ARCOBALENO

La grandi nubi volano nel cielo azzurro
e nascondono l'arcobaleno bizzarro
dopo la pioggia che cade sul prato
un vecchio cane fugge affaticato

Dopo la pioggia arriva il sereno
ed ecco che riappare l'arcobaleno
I bambini fan festa felici
e con gli animali diventano amici


L’UOMO MAGICO (UN MAGO)



Un giorno Luca, un uomo magico, si stancò di vivere in quel mondo.
Creò allora case tenute da funghi giganti, otto lune e il sole di sera.
Ma gli abitanti si stancarono di vivere in quel mondo, quindi chiesero di poter tornare alla normalità, ma Luca rispose di no.
Il giorno dopo invece cambiò idea  perché vedeva che gli abitanti stavano male.
Allora riportò tutto alla normalità e vissero per sempre felici e contenti.


MICHELE PELLEGRINI

giovedì 21 febbraio 2013

SAN MARTINO

La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

di Giosuè Carducci

Il cielo è basso

Il cielo è basso, le nuvole a mezz'aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l'ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere
senza il suo diadema.

(E. Dickinson)

NEVE

Neve che turbini in alto e avvolgi
le cose di un tacito manto.
neve che cadi dall'alto e noi copri
coprici ancora, all'infinito: Imbianca
la città con le case, con le chiese,
il porto con le navi,
le distese dei prati.....

(U. Saba)

Pastello del tedio

Dal grigio della nebbia fitta fitta
traspaiono cipressi
ombre nere
spugne di nebbia.
E di lontano dondolando lento
ne viene un suono di campana quasi spento.
Più lontano lontano
passa un treno mugghiando.

(A. Palazzeschi) 

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani

ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

di Gabriele D'Annunzio

Brinata

Non è neve:
più sfumata fioritura,
esalata nel silenzio,
della magica natura.
Nella notte l'incantesimo
si fermò tra gli alti rami,
stese lento in mezzo agli alberi
le sue trine e i suoi ricami.
Ma la trama ormai dissolversi,
vinta dal sol che già la tocca;
un gocciar di gravi lacrime,
piove intorno, intorno fiocca.

La neve

Lenta la neve, fiocca, fiocca, fiocca,
senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca,
canta una vecchia, il mento sulla mano,

La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
c'è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.

di Giovanni Pascoli

il gelo

La terra era squallida e grigia
 grigio e monotono il cielo;
l'inverno riaprì la valigia
e poi disse al gelo:
“Ricama con mano gentile
quest’umida nebbia sottile!”
Il gelo si mise al lavoro:
sui penduli rami tremanti
profuse, con arte, un tesoro
di perle, e diamanti,
e, all’alba del nuovo mattino,
la terra fu tutta un giardino.

martedì 19 febbraio 2013

Il Drago e il Cavaliere


IL DRAGO E IL CAVALIERE

 

Nell’estate del 1615, in un castello, un cavaliere di nome Cencio Sporco decise di uccidere, una volta per tutte, il potentissimo drago viola.

Il drago viola era alto quasi cinque metri e aveva una bocca sputa fuoco. Questo drago bruciava il cibo e le provviste, così Cencio Sporco decise di fargli una trappola. Appena il drago si avvicinò al castello, il cavaliere tirò una leva che fece uscire una gigantesca rete che intrappolò il drago. A un certo punto, quando i giochi sembravano fatti, il drago si liberò e attaccò Cencio Sporco. Il cavaliere, per nulla sorpreso, si girò e conficcò la spada nel cuore del drago, il quale disse prima di morire: “ ti ucciderò, prima o poi…”. E da quel giorno Cencio sporco divenne il re del castello. Il drago viola però rimase a bruciare negli inferi.

lunedì 18 febbraio 2013

il quadro costoso

Un giorno, Cristofer si trovava a casa da solo, la sua casa era tetra, cupa e piena di quadri. La casa era a due piani: sul primo viveva Cristofer con la famiglia e sul secondo piano viveva Pampatacca : uno strano uno strano e misterioso signore che lottava sempre suo nipote sul cappello. I ladri sono entrati in casa di Cristofer. Cristofer chiese aiuto a Pampatacca perchè i ladri avevano rubato un quadro che costava €3.000.000.000.000. Il quadro rappresentava un albero di casa sotto un cielo stellato pieno di lune, poi c'era un uomo che aveva un altro uomo in testa; poi c'è un lampione con accanto un uomo ; infine una palla di fuoco al centro del quadro e un campanile con dietro montagne. Tornati i genitori, Cristofer ha chiesto:- dove siete stati ???oggi sono entrati i ladri !!! e hanno rubato il quadro costosissimo!!! - i genitori sorpresi hanno risposto :-niente paura chiameremo la polizia!!!-così hanno fatto. La polizia ha ammazzato i ladri e ha ritrovato il quadro.

IL CRICETO SQUITTI

Un giorno un criceto chiamato Squitti che viveva in una città chiamata Squittolandia disse a sua madre: "Mamma io vorrei andare al parco!" ma la mamma rispose: "È tardi, quindi devi andare al letto!" Però Squitti ci rimase male e guardando un quadro fece finta di essere appeso a uno spicchio di luna e essere in un prato con delle montagne, dei tronchi che tenevano le case e un lampione che dava luce al paesaggio. Squitti adorava quel quadro e annoiato a guardarlo prese carta e penna e lo descrisse: "È un quadro molto bello e divertente, può raccontare un sogno o un racconto. È il mio quadro preferito, le montagne, le case e il lampione sono gli elementi realistici più importanti, invece i due signori appesi allo spicchio di luna sono gli elementi fantastici più importanti. Squitti decise di lasciarsi andare come una macchina che non ha mai fine. Perciò il criceto fece yoga per scacciare le energie negative. Rimase tutta la notte a fare yoga e a guardare il quadro. Alla fine diventò maestro di yoga.